La Chiesa di Papa Francesco tra progresso e conservazione

imageDurante la Messa odierna nella Casa Santa Marta il Papa ha parlato di come “Lo spirito della mondanità anche oggi c’è, anche oggi ci porta con questa voglia di essere progressisti sul pensiero unico.

O ancora: “si crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà”.

Frasi che richiamano all’importanza di rimanere fedeli al messaggio del Vangelo e di Cristo senza seguire i tempi e le mode che ogni periodo storico impongono.

Come al solito il Papa usa parole forti e senza nascondersi parla di “apostasia” e “adulterio” quando abbandoniamo la nostra fede per seguire il pensiero dominante della nostra epoca.

Ma questa riflessione ci pone inevitabilmente ad affrontare un tema molto attuale nella Chiesa. C’è infatti da sempre un forte dibattito al suo interno se, come e quanto rendere la Chiesa e il suo messaggio più al passo con i tempi, più in linea con i cambiamenti della nostra società.
Il progresso e la conservazione come due spinte opposte alla crisi della Chiesa nel XXI secolo.
In molti hanno visto in Papa Francesco un uomo in grado di accelerare su questo fronte del cambiamento, dello svecchiamento della Chiesa, capace magari di affrontare nuovi temi e nuove questioni da sempre spinose per la Chiesa: il sacerdozio femminile, il rapporto con i divorziati, la visione dell’omosessualità ecc..

Forse le parole di oggi potrebbero deludere quanti auspicavano che questi temi fossero prima o poi messi sul tavolo di Papa Bergoglio e affrontati con una nuova lettura, più moderna.

A nostro parere l’omelia di oggi è un passaggio importante di quello che potrebbe diventare il pontificato di Papa Francesco: molto aperto nei confronti della gente, della cura dei più deboli, con forti aperture a chi si è allontanato dalla Chiesa (come i divorziati) e che va riaccolto con amore. Un pontificato impostato sulla semplicità, sulla rinuncia alle formalità, ma ben saldo nei principi fondanti della Chiesa Cattolica, senza farsi tanto condizionare dai tempi e dalle spinte del momento. Un segnale in fondo di forte continuità con il pontificato di Papa Ratzinger.

Sarà interessante vedere come prenderà forma questa spinta (o frenata) anche dal punto di vista teologico. L’imminente uscita per il 26 Novembre dell”esortazione “Evangelii gaudium” che chiuderà l’anno della fede (data esatta di conclusione il 24 Novembre) potrebbe essere un test importante.

 

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