La Comunicazione Cattolica urlata non ha senso

La comunicazione cattolica non dovrebbe essere mai urlata, offensiva, aggressiva. Chi infatti vuole difendere i valori del cristianesimo può essere credibile solo se cerca di seguire l’esempio del grande comunicatore che fu ed è Gesù.
Comunicazione-CattolicaUn Gesù che ci ha insegnato a essere miti e puri di cuore, a porgere l’altra guancia, ad amare il nostro nemico.

Appaiono allora spesso fuori luoghi gli ambiti (televisione, giornali, web, radio) in cui la comunicazione cattolica è urlata, eccessivamente accusatoria.
Si giudica con commenti veementi e sprezzanti le opinioni di chi non è d’accordo con la Chiesa e che spesso la attacca, anche ingiustamente.

Ma questo non ci dà il diritto di replicare mancando di rispetto ai nostri interlocutori, deridendoli o commiserandoli per le loro posizioni.

La comunicazione cattolica urlata allontana. Quella tollerante, propositiva, anche decisa nel difendere i valori in cui crede ma che non trascende, avvicina.

Non si può fare la (giusta) lotta contro l’aborto accusando di assassinio chi è favorevole, non si può puntare il dito con superiorità contro chi è passato per la triste esperienza del divorzio.

Prendiamo esempio da Papa Francesco che non le manda certo a dire ma che lascia sempre la porta aperta, invita sempre al perdono e all’accoglienza.

Solo così, con una comunicazione cattolica non urlata, potremo stimolare i nostri interlocutori, far loro percepire il nostro punto di vista, con amore.

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