Napolitano incontra Papa Francesco, due modi diversi di rinnovare a confronto.

ITALY-VATICAN-POPE-GOVERNMENTL’incontro di oggi al Quirinale tra Papa Francesco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci permette di fare alcune riflessioni partendo da queste due grandi personalità a confronto.

L’occasione è stata colta da Napolitano che, richiamandosi  agli appelli del Papa al dialogo, ha voluto sottolineare l’importanza del reciproco rispetto e del dialogo appunto anche tra i più lontani e i più avversari.

Il riferimento alla situazione politica attuale italina è evidente.

Eppure emerge secondo noi un diverso approccio ai problemi rispettivi di Repubblica Italiana e Vaticano.

Mentre Papa Francesco sembra aver deciso per un forte rinnovamento interno alla chiesa sia nel suo modus operandi che nelle figure chiave che ne compongono gli organismi direttivi (pensiamo anche alle commissioni istituire per riformare lo IOR e diminuire i costi del Vaticano), Napolitano sembra invece costretto a puntare ancora sui vecchi partiti come attori protagonisti di una riforma della Costituzione (vedi la commissione dei saggi) in un’ottica di ammodernameto dello Stato.
Certo Napolitano non può fare grandi forzature in una Repubblica parlamentare (e già alcuni contestano il suo ruolo di Presidente giudicandolo fin troppo attivo) ma questo pone delle inevitabili incertezze.

Entrambi infatti puntano a piccole rivoluzioni che possono contare però su probabilità di successo ben diverse.

Se infatti Papa Francesco può contare su un’autorità e un ruolo esecutivo più forte, Napolitano, affidandosi al Governo delle larghe intese, deve far fronte all’innata incapacità dimostrata da questa classe politica di riformare lo Stato e la Politica negli ultimi 20 anni.
Le recenti fibrillazioni nella maggioranza, che senza il “distinguo” di Alfano e del suo gruppo, sarebbe già crollata poche settimane fa, non fanno che confermare che il cammino delle riforme sulla sponda italiana appaiono ancora molto lontane.

Verrebbe da dire che Napolitano stia commettendo un piccolo “peccato” di ingenuità.

Come ci si può aspettare il rinnovamento da una classe politica da sempre bloccata nelle sue antiche (e comode) posizioni?

Ma la sfide del momento incombono fortemente sia per la Chiesa che per lo Stato Italiano. Non cogliere queste opportunità di cambiamento oggi, nella situazione drammatica che stiamo vivendo, potrebbe rivelarsi un’incredibile occasione persa.

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